LA
DONNA, PORTA APERTA DEL CIELO
A cura di Dani Noris
L'uomo
e la donna sono creati per una reciprocità comunionale e Dio quando parla,
non li separa. È Satana invece che li separa, quando si rivolge alla donna
sola (comportandosi così proprio perché è la donna che è
religiosamente determinante). Da qui nasce un vero e proprio "scisma ontologico"
e da ultimo l'opposizione del maschile e del femminile. Se Dio dice dolorosamente
ad Adamo "Dove sei?" l'uomo e la donna continueranno sempre e tragicamente,
ma anche con una nostalgia paradisiaca, a porsi reciprocamente la stessa domanda.
(O. Clément).
L'associazione "Amici dell'Arca di Noè" che, da più di
dieci anni, gestisce il pre asilo nei locali sotto la chiesa di Santa Teresa a
Viganello, organizza regolarmente delle serate pubbliche di approfondimento, su
vari temi legati alla famiglia. Recentemente Fausta Gianella, madre di 9 figli,
ha tenuto una conferenza a partire dalla lettera del Papa alle donne e dall'Enciclica
"Mulieris dignitatem". In questo mese di maggio, mese di Maria e della
festa della mamma, abbiamo pensato di offrire ai nostri lettori, in particolare
alle madri,alcuni estratti della conferenza (non rivisti dall'autrice).
CHI PERDE LA SUA VITA LA TROVA
Il mondo uscito dalle mani di Dio, così bello e perfetto, avrebbe dovuto
vivere l'armonia fra il maschile e il femminile, con un contributo dei due tipi:
un contributo costruttivo, positivo, armonico da cui doveva uscire una civiltà
dell'amore. Ma è successo qualcosa che ha impedito questo progetto: è
il peccato che si é inserito nel disegno divino e ha introdotto, nel rapporto
tra l'uomo e la donna, il sopruso, la prepotenza, la violenza, la prevaricazione,
la sete di potere, le passioni disordinate che hanno favorito la condizione maschile,
perché l'uomo, fisicamente più forte, ha potuto sopraffare la donna.
Le donne nella storia si sono arrabattate giorno per giorno per tamponare tutto
quello che capitava: guerre, carestie, pestilenze. Mentre l'uomo gestiva il suo
potere, la donna si preoccupava della quotidianità, arrabattandosi per
salvare il salvabile, anche nelle condizioni più difficili, più
pesanti. Intanto gli uomini facevano la storia. Tuttavia nella vita della Chiesa
- più che nella storia della Chiesa - le donne hanno avuto le stesse chances
degli uomini. Perché? Perché nella vita della vhiesa quello che
conta è la santità. Dio ha creato l'uomo e la donna a sua immagine
e somiglianza, nella loro unione, nel loro rapporto assomigliano di più
a Dio. Nell'essere l'uno per l'altra sì realizza l'immagine e somiglianza
di Dio. Nell'essere l'uno per l'altra, la donna realizza la sua femminilità
e l'uomo la sua mascolinità E questo perché l'uomo e la donna sono
persone, cioè individui che devono realizzare se stessi. Sappiamo che questa
è una delle cose a cui tutti tengono. Uno quando nasce non è realizzato,
ha tutta la vita per compiere questa sua realizzazione. L'essere persona significa
cercare di diventare quello per cui uno è stato creato. E l'uomo si realizza
in un unico modo: nel dono sincero di sé! Non cercando sé stesso,
ma donando sé stesso. Duomo è chiamato ad esistere per gli altri,
ad essere un dono per gli altri. Sembra una contraddizione, ma è così
e questo lo si vede bene nella maternità. Una madre più si dona,
più diventa madre. Il dono di sé tra l'uomo e la donna caratterizza
la relazione coniugale, sul cui terreno si sviluppa la paternità e la maternità.
Le cose come Dio le ha volute come le ha pensate sono però difficili da
vivere nella quotidianità a causa del peccato. Il superamento di questa
eredità di peccato, è compito di ogni uomo e ogni donna in ogni
generazione perché ogni persona deve fare il suo cammino nella vita.
LA DIGNITÀ DELLA DONNA
Dobbiamo guardare come Gesù Cristo, si sia fatto, davanti ai suoi contemporanei,
promotore della vera dignità della donna. Con le donne ha intrecciato le
conversazioni più intime e più belle, perché Gesù
riconosceva in loro una capacità a scorgere la verità meglio dell'uomo:
la verità è dono e la donna ha una speciale capacità ad accogliere
il dono, lo vive nella propria maternità. La donna accoglie il dono e con
la stessa disponibilità accoglie la verità che Cristo propone. Per
questo le donne seguono Gesù sulla croce: sanno che lì, sul calvario
vicino a Gesù, qualsiasi cosa succeda a quel Maestro, hanno trovato la
loro dignità, che nessuno potrà togliere loro. Ed è per questo
che Cristo affida alle donne il messaggio della Resurrezione. Lo affida a loro,
lo affida ad una donna che era stata una prostituta. Quello che a noi è
chiesto per trovare la vera dignità è stare dalla parte di Cristo.
Magari sulla Croce, magari sul Calvario, magari a quel prezzo lì, però
quel prezzo lì è la nostra dignità. Dobbiamo riappropriarci
con sapienza e sacrificio di questa prerogativa esclusivamente femminile, che
è la nostra ricchezza personale. Oggi è difficile essere delle buoni
madri, perché la famiglia non riceve il sostegno culturale e politico che
merita. Essere madri è un privilegio che dà dei diritti: ma la maternità
non è un fatto personale della donna, è un fatto di relazione un
fatto che implica una relazione con un uomo e con un figlio. Quindi, ci sono tre
persone che godono dei diritti della maternità.
I DIRITTI DELLA MATERNITÀ
1. Diritto di avere il numero dei figli che i genitori desiderano. Sembrerebbe
scontato, tuttavia è uno dei diritti calpestati. Vengono propinati consigli
non richiesti, per evitare di avere dei figli, per sterilizzazioni subito dopo
il parto. Molte donne di fronte al personale medico preparato, che gestisce tutta
la faccenda si sentono intimidite nel loro diritto ad avere quanti figli vogliono.
2. Diritto
a ricevere un reddito familiare tale da permettere alla madre che lo desidera
di dedicarsi al lavoro di casa e dei figli. L'abbandono forzato degli impegni
famigliari per avere un reddito sufficiente a sostenere la famiglia, è
ingiusto.
3. Diritto
delle madri che lavorano di poter perseguire una carriera senza subire discriminazioni
per la loro maternità. Il fatto di avere dei figli, dovrebbe anzi costituire
una chance in più.
4. Diritto
a formare i propri figli, a scegliere la scuola, a educarli alla sessualità,
e a educarli in materia di religione. I genitori e non lo Stato sono responsabili
di queste scelte. I bambini non devono essere costretti ad accettare schemi
educativi che siano in contrasto con le credenze etiche e religiose della famiglia.
DA EVA A MARIA: IL QUOTIDIANO STORIA DI SALVEZZA
Occorre riscopertine/coprire, e riassaporare l'esperienza della maternità. Occorre
maggior consapevolezza per le grandi cose che stiamo facendo, occorre desiderio
di essere madri, occorre libertà. La maternità porta alla donna
delle esperienze esistenziali molto profonde. La donna comprende cosa vuol dire
dono sincero di sé sulla sua pelle quando tiene in braccio suo figlio.
Una donna comprende meglio qual'è il senso del tempo e della vita perché
si sente partecipe della storia. La donna ha un'intuizione speciale, particolare,
della tenerezza di Dio, per la tenerezza che prova quando un bambino le si affida,
le si abbandona addosso. Per non parlare della grande forza fisica e psichica
che una donna ha nei confronti del figlio: per difendere un figlio diventa un
leone. L'itinerario che ogni donna deve seguire per realizzare la propria vita,
la propria femminilità, è quello di nascere come Eva, pensando
magari un po' a sé stessa, alle proprie conquiste, al suo successo per
diventare pian piano, con l'aiuto di Dio, come Maria. Maria è la donna
come la voleva Dio sin dall'inizio. E cosa ha fatto nella sua vita? Quello che
facciamo noi: ha lavato, ha cucinato, ha accolto, ha ascoltato, ha aspettato,
ha servito. In fondo niente di speciale. Ma così, Maria, ha aperto le
porte del cielo per tutta l'umanità. E noi stando vicini a Lei dobbiamo
aprire le porte del cielo per coloro che Dio ci ha affidato.